Non avrebbe saputo spiegarla, era una pena che superava il suo livello d'istruzione

Céline, Viaggio al termine della notte

Spetta all'individuo, e al gruppo di individui, trasformare il brutto in bello

Tom Hodgkinson, La libertà come stile di vita

E intanto la triste verità era che non tutti potevano essere straordinari, non tutti pote...

Jonathan Franzen, Le Correzioni

Ogni disordine è disordine controllato, trapunto d'intervalli riservati alla vendita di a...

L'animale morente, Philip Roth

Scrivere significa riscrivere

Albert Camus

I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola fessura per gettarvi le monete della notte

Ode al gatto, Pablo Neruda

È difficile spiegare - in quel gioco delle sedie - perché alla fine si fossero fermati l...

Zadie Smith, NW

Dialoghi

Dialoghi

Mettere insieme due o più persone che parlano può sembrare un esercizio banale. In verità è uno dei più complessi. Cosa dire? Come dirlo? Se ci sono più voci come fare a non ingarbugliarle? È più incisivo presentare un nuovo personaggio attraverso ciò che dirà, o con altro?

Il vero successo di alcuni testi passa per i dialoghi. Ci sono opere teatrali in cui succede poco o nulla, tranne il tutto che scorre attraverso le parole dei protagonisti. Si può far dire a due persone che s’incontrano ciao? O basta scrivere si salutarono? Questo esempio, per quanto possa sembrare innocuo, fa emergere buona parte del dubbio da porsi: cos’è superfluo o necessario? Questo vale maggiormente nei dialoghi; perché se troppi aggettivi appesantiscono una parola, le subordinate un enunciato e poche informazioni riducono una scena in uno stralcio di sceneggiatura, dosare male una conversazione può abbassare il tenore di un testo nel giro di poche battute.